UN WEEK END A CATALINA ISLAND (CALIFORNIA)
Testo di Gabriele Paparo
foto di Valentina Frescura e Gabriele Paparo
Le immersioni in Oceano hanno sempre attirato la mia curiosità per la diversità che mi aspettavo di trovare sia in termini di Flora e di Fauna sia in termini di condizioni ambientali in cui svolgere le immersioni stesse;
Oltre tutto ciò mi aspettavo di trovare differenze nelle attrezzature da usare, nelle tecniche e procedure di immersione che obbligatoriamente devono adattarsi al contesto particolare in cui vengono applicate;
Sicuramente buona parte delle mie curiosità erano rivolte a conoscere le eventuali differenze nelle tecniche e procedure di immersione usate dai subacquei d’“oltreoceano”…l’affermazione “c’è sempre da imparare” resta sempre e comunque valida e ha valore ancora maggiore quando si parla di ambienti radicalmente diversi da quelli in cui si è soliti operare e soprattutto in considerazione di un settore così specifico come l’immersione tecnica e con rebreathers.
Così facendo, dopo aver fatto l’esperienza dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Indiano, non restava che andare a fare “qualche tuffo” nel Pacifico;
l’occasione del viaggio di nozze non poteva prescindere dall’essere anche una possibilità per poter portare con me tutta la mia attrezzatura subacquea, compreso il mio nuovo “giocattolo”: il rebreather a circuito chiuso Inspiration “Vision”.
Fu così che i primi di Luglio del 2006 io e mia moglie partimmo alla volta della West Coast degli Stati Uniti, San Francisco per la precisione. Il viaggio (non organizzato ma aperto ad ogni possibile variante) prevedeva la visita “a secco” dei famosi e tipici luoghi di quella zona degli States ed ovviamente era aperto ad ogni possibile “variante” di tipo subacqueo tanto è vero che ci siamo ritrovati anche a trascorrere una settimana nelle bellissime Hawaii.
Tornando “in continente” e cioè sulla costa Californiana, oltre alle dovute visite delle città quali San Francisco, L.A., San Diego, e le piccole località lungo la costa (Santa Barbara, Santa Monica, Malibu, Monterey, ecc), abbiamo avuto la possibilità di unirci ad una charter boat che avrebbe trascorso 2 giorni (full immersion) presso i famosi siti di immersione intorno all’isola di Catalina, situata proprio di fronte a Los Angeles;
Il viaggio era stato organizzato da Jeff Bozanic (autore del noto libro “Mastering Rebreathers”) il quale era presente a bordo ed è stato un vero piacere condividere con lui esperienze ed osservarlo mentre portava a termine un corso E-CCR usando rebreathers Inspiration e Prism. Non posso astenermi dall’esprimere i miei commenti molto positivi non solo all’”istruttore” ma anche alle sue qualità di guida subacquea, grande esperto dei fondali dell’isola di Catalina, grande appassionato di flora e fauna marina con tanta voglia di trasmettere la sua passione agli altri.
I siti di immersione visitati sono stati in tutto 6 (3 imm al giorno), molto piacevoli, ogni immersione caratterizzata da tante cose interessanti da vedere ma soprattutto da incontri talvolta mozzafiato! Mi riferisco in particolare a quello avvenuto, al termine della mia quarta immersione in quelle acque, di oltre un ora di run time su una secca, che ha visto me ed il mio compagno (Steve, Australiano che vive a LA, anche lui si immerge con un Inspiration) incontrare dapprima un piccolo squalo nutrice intanato all’interno di un anfratto (grande emozione!) e poi vedersi girare intorno un branco costituito da 4/5 esemplari dello stesso animale della lunghezza di circa 1,5mt ciascuno!
Inutile dire che l’emozione e la gioia di entrambi erano incontenibili, se fossimo stati in circuito aperto avremmo sicuramente consumato tantissimo solo per l’elevato ritmo respiratorio raggiunto per l’emozione! Ci hanno tenuto compagnia per diversi minuti, a tratti allontanandosi ma poi ricomparendo da direzioni diverse attraverso le alte piantagioni di Kelp, la tipica vegetazione di queste acque.
Fortunatamente avevo portato con me la mia fidata stagna Dive System in neoprene precompresso (la Expedition che viaggia con me da ormai 6 anni!) che mi ha permesso di prolungare a mio piacimento i tempi di immersione nell’acqua che aveva una temperatura di circa 11gradi sotto i 20mt e comunque inferiore ai 18gradi nella fascia di bassa profondità.A tratti le correnti erano forti ma Jeff è stato abile nel cambiare anche all’ultimo istante prima dell’ingresso in acqua il sito di immersione che non garantiva la possibilità di un ritorno sicuro all’ancora. Un paio di immersioni sono state condotte in drift con l’ultilizzo del pedagno per la risalita.
Tra i più significativi incontri che posso ricordare vi sono sicuramente stati quelli con le foche (sembrava gli piacesse giocare a nascondino tra il kelp!), quelli con le numerose razze di piccola e media taglia e i tantissimi crostacei di ogni tipo (granchi, granseole giganti, tane brulicanti di grosse aragoste, ecc).
La visibilità la potrei giudicare più che buona, abituato alle tipiche condizioni di molte zone delle acque Italiane: a seconda di profondità e sito variava dai 5/6mt fino ai 20mt. Certo….paragonata a quella delle Hawaii…beh…
Veniamo al viaggio;
L’imbarco sulla PSALTY V (bellissima barca cabinata di 16mt di lunghezza, non certo lussuosa ma dotata dei necessari comfort di bordo per subacquei) è avvenuto presso un molo del porto di Los Angeles la sera del 19 Luglio; ad accoglierci il comandante della barca ed un suo assistente, entrambi molto ospitali.
Dopo aver imbarcato le attrezzature ed aver riposto le nostre cose nella cabina hanno preparato la cena per i pochi che erano già presenti a bordo (gli altri subacquei e Jeff sarebbero imbarcati al mattino presto, prima della partenza); E’ stato quindi un ottimo intermezzo per fare la conoscenza con l’equipaggio e alcuni subacquei. Dopo le chiacchiere di rito del dopocena siamo andati a letto, impazienti di rivedere l’alba e la partenza verso l’isola.
Il mattino successivo ha visto l’imbarco dei restanti subacquei che avrebbero preso parte alla gita, per lo più allievi di Jeff in uno dei sui corsi rebreather; tra di essi è imbarcato anche Steve, l’unico subacqueo non corsista oltre me, che sarebbe diventato quindi il mio dive buddy. Australiano di origine ma trapiantato a LA si è dimostrato molto simpatico ed un ottimo sub.
Ho quindi rivisto Jeff, che avevo già conosciuto personalmente nel 2004 in occasione del DEMA show di Huston (Texas), con il quale abbiamo avuto modo di fare 2 chiacchiere relative al programma dei 2 giorni in barca.
La navigazione per raggiungere l’isola di Catalina dura circa 2 ore, nonostante l’alta velocità sostenuta dalla barca; L’isola, vista dalla barca, è molto carina; la vegetazione è ricca nonostante l’abbondante presenza di scogliere e roccia, i colori sono vivaci e lasciano intendere la presenza di rigogliosa flora e fauna. Parliamo di un’isola che si sviluppa su una superficie di 194 Kmq con il punto più alto sito a quota 648mt.
La prima immersione
Poco prima dell’arrivo nei pressi della costa Jeff ha indicato il momento per iniziare la preparazione per la prima immersione, la quale si sarebbe svolta lungo un costone roccioso nel lato Ovest dell’Isola; In questo caso la barca prevedeva di ormeggiare presso una rada sabbiosa per poi quindi ritornare all’ancora a fine immersione. Entrando in acqua abbiamo quindi pinneggiato in superficie per raggiungere il punto più idoneo ad iniziare l’immersione (in prossimità della roccia) e qui ci siamo immersi dopo esserci scambiati l’OK con Steve. In questa prima immersione io e Steve eravamo da soli essendo Jeff ancora impegnato a completare alcuni esercizi con i suoi allievi.
L’impatto è stato davvero bello: l’ambiente è completamente diverso dal mediterraneo, il fondale adornato di forme di vita (spugne, alghe, ecc) assolutamente atipiche; davvero singolare il Kelp, queste enormi alghe a sviluppo verticale che risalgono dagli 8/10mt di prof fino alla superficie creando una specie di bosco subacqueo;
Con sorpresa ho notato una visibilità molto buona (forse ero partito un po’ troppo prevenuto…) dell’ordine dei 15/18mt in profondità (sebbene con meno luminosità) e dei 5/6 mt nei pressi della superficie (che comunque era caratterizzata da buona luminosità grazie alle ottime giornate di sole splendente).
Fortunatamente ero partito dall’Italia “prevenuto” anche dal punto di vista termico: la muta stagna ed il sottomuta pesante sono state davvero un’ottima scelta in quanto appena superata la profondità dei 20mt (termoclino) la temperatura dell’oceano scendeva in prossimità dei 10/11gradi…davvero poco piacevole se non affrontata con muta idonea! Certo….È stato un peso portarsela fino alle
Hawaii (dove è rimasta in camera d’albergo in quanto ho affittato una umida da 3mm) ma ne ho goduto i vantaggi nelle acque Californiane.
Tornando alla prima immersione, essa è stata svolta raggiungendo una prof massima di 40mt per un tempo totale di 70minuti in acqua, stando sempre attenti all’orientamento ed alla presenza di eventuali correnti negli strati d’acqua più profondi (come consigliatoci da Jeff). L’immersione era stata interessante e piacevole ma la vera sorpresa l’abbiamo avuta durante il tratto di pinneggiata verso la catena dell’ancora: con Steve abbiamo deciso di non riemergere e tornare all’ancora orientandoci in prossimità del fondale sabbioso
dove la barca aveva ormeggiato: è proprio da qui che ad un certo punto abbiamo visto partire, da sotto la sabbia, una grossa razza che… senza movimenti bruschi… semplicemente si è alzata in “volo” e completando un mezzo giro intorno a noi si è dileguata; ma subito dopo, pochi metri più avanti, eccone un’altra… e poi un’altra ancora! Quella piccola rada con fondale sabbioso era utilizzato da questi animali come luogo di riposo e facendo un po di attenzione ai movimenti nonché sollevandoci di qualche metro dal fondo siamo riusciti a sorvolarle senza disturbarle ulteriormente.Nella stessa giornata, dopo intervalli di superficie di un’ora, un’ora e mezzo circa abbiamo completato altre 2 immersioni su altri 2 siti diversi, di cui l’ultima di 66minuti totali in drift (la corrente andava proprio nella direzione della rada dove saremmo andati ad ormeggiare per trascorrere la notte).
La visita alla “Catalina Hyperbaric Chamber”
Data la partenza al mattino presto abbiamo concluso le 3 immersioni in tempo utile per poterci recare presso un pontile di ormeggio sito all’esterno del centro iperbarico realizzato sull’isola di Catalina. Essendo Jeff un medico che effettua un servizio di turno di reperibilità presso la camera iperbarica stessa egli ha avuto la possibilità di guidarci in una visita all’interno della camera e di tutta la struttura.
Chiaramente, per chi non è come me un “addetto ai lavori” in tale tipo di strutture, è stata una visita molto interessante ed istruttiva. Tutti i subacquei a bordo hanno avuto modo di vedere non solo la camera stessa (che date le dimensioni ha permesso a tutti di entrare all’interno e sentire la spiegazione delle varie componenti ed apparecchiature presenti) ma anche i locali attigui contenenti le apparecchiature di produzione e filtraggio dell’aria, gli stoccaggi di aria e ossigeno per i trattamenti curativi, le tubolature con relative valvole, manometri, ecc.
La cosa interessante è che la struttura si auto sostiene economicamente grazie al contributo dei vari medici che effettuano il turno (su base volontaria) e delle donazioni dei singoli cittadini (subacquei, dive center, scuole di immersione, ecc);
non risulta quindi fuori luogo la vendita dei gadget (magliette, berretti, ecc) relativi alla visita della camera iperbarica se questo serve a mantenere attivo l’utilissimo servizio che essa offre a tutti i subacquei che si immergono nei pressi dell’isola.
Certo …sempre meglio visitarla come turista ma…se ve ne fosse bisogno la camera sarebbe a disposizione a poche decine di minuti di barca da qualunque luogo dell’isola.
Dopo la visita alla camera iperbarica è stata la volta di una cena presso il locale bar/ristorante (forse è un po’ eccessivo chiamarlo “ristorante”…) presente sull’isola per poi tornare a riposare in barca cullati dal dondolio delle onde mentre la barca era in rada;
Le immersioni successive
Il mattino successivo vede il ritorno a bordo di Jeff (che ha dormito presso le strutture della camera iperbarica proprio perché di reperibilità medica) e la partenza per raggiungere i nuovi siti di immersione. La giornata è stata ancora intensa ed ha visto il completamento di 3 immersioni, 2 delle quali guidate da Jeff, lungo 3 diversi siti.
Come dicevo la flora e la fauna si è dimostrata ricca e variegata in particolare per la presenza di numerosi crostacei molto grandi, di tane brulicanti di aragoste, di foche, squali, razze, pesce di passo, ed il simpatico e guardingo “Garibaldi Fish” che gli stessi americani chiamano così data la sua colorazione rosso acceso.
Proprio prima dell’ingresso per la terza ed ultima giornata della gita il mare iniziava ad essere leggermente mosso lasciando sospettare una navigazione di rientro a Los Angeles tutt’altro che agiata e piacevole. Infatti, dopo gli 83minuti di immersione, al rientro in barca il mare era ormai mosso e la navigazione di rientro è stata più lunga e meno piacevole rispetto all’andata.
Conclusioni
In conclusione l’esperienza in Oceano Pacifico è stata sicuramente molto positiva e piacevole; ho avuto la fortuna di visitare posti nuovi, immergermi in contesti molto diversi dal mediterraneo e conoscere nuovi subacquei di diverse nazionalità. In particolare, avendo partecipato ad una crociera con Jeff Bozanic posso davvero ritenermi appagato per quanto riguarda lo scambio di opinioni relativamente alle tecniche e procedure di immersione adottate dai Tek Divers americani ed in particolare dai reb diver: penso che lui ne sia il degno rappresentante.
Non resta che pianificare tante altre immersioni nel resto del mondo.
Gabriele Paparo
Thanks to:
Jeff Bozanic
Xtreme Scuba (Richard)
3923 Market Street
Ventura, California 93003
805.642.0477
PsaltyAdventures (Gary Jackson)
San Pedro – LA (CA)