Diana - Lariosub.com

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Nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 gennaio 2009 è stata condotta una serie di immersioni sul relitto del “Diana”, al largo del porticciolo di Castelletto di Brenzone (VR).
 
Il “Diana” era un’imbarcazione da trasporto costruita nel 1919; ne furono varate 3 (delle quali una è ancora navigante).
Aveva un dislocamento di circa 500 tonnellate con una capacità di carico di circa 500 quintali.
Lunga 18 metri, era dotata sia di due motori a testa calda sia di due alberi per la locomozione a vela, impostazione tipica delle barche costruite agli inizi del ‘900.
 
Affondò nel 1932 mentre trasportava le pietre che avrebbero dovuto utilizzare per la costruzione del porto di Castelletto in seguito allo spostamento di parte del carico a causa di una errata manovra.
 
Lo scafo giace in perfetto assetto di navigazione ad una profondità di circa 100m.
 
Essendo un relitto sottoposto a tutela archeologica, le immersioni sono vietate a meno che non si disponga di debite autorizzazioni che solo la Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto può rilasciare.
 
L’idea di un’immersione sul Diana ci è sorta ad ottobre del 2007 ma è solo dal maggio del 2008 che, presa seriamente in mano la situazione, sono cominciati gli assidui contatti con la Soprintendenza.
Per mesi gli sforzi fatti non hanno portato a nulla ma poi, alla fine (siamo ormai agli inizi di dicembre), la costanza, la perseveranza e la serietà del gruppo di subacquei che avrebbe voluto immergersi sono stati premiati con il rilascio della tanto sospirata autorizzazione.
Di questo bisogna assolutamente ringraziare il Dott. Luigi Fozzati (attuale Soprintendente per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia; all’epoca funzionario archeologo competente per le acque) e la Dott.ssa Brunella Bruno (funzionario archeologo competente per il territorio), due persone disponibilissime e davvero assai cortesi.
 
In un successivo incontro col Dott. Fozzati sono state delineate le norme per l’accesso al sito, le presumibili date delle immersioni e le modalità di fruizione delle immagini subacquee del relitto.
 
Purtroppo la nostra richiesta per effettuare le immersioni in data 3-4 gennaio 2009, per motivi organizzativi della Soprintendenza, non è stata accolta e così abbiamo dovuto aspettare fino al 17-18 gennaio. Poco male.
 
Avuta la conferma delle date, sono cominciati i febbrili preparativi per l’organizzazione delle due giornate.
Mauro Rosso si è occupato del noleggio di un’imbarcazione di supporto (su un unico gommone –quello gentilmente messo a disposizione da Mauro stesso- non ci saremmo stati tutti), della disponibilità dei gas per le ricariche dopo la prima giornata di lavori, degli alloggi per tutti e di avvisare i Carabinieri di Malcesine, la Guardia Costiera di Salò, il Sindaco di Castelletto di Brenzone nonché la Navigarda.
Cristian Soncina ha provveduto a recuperare una cima sufficientemente lunga per il pedagno ed all’organizzazione della cena del sabato.
Edoardo Pavia, massimo esperto di immersioni fonde su relitto, ha predisposto le procedure ed i protocolli di sicurezza ed emergenza per tutto il gruppo.
Il gruppo è composto da (in ordine alfabetico):
Operatori video:
  1. Fabio Moneta (organizzatore);
  2. Edoardo Pavia;
  3. Roberto Prestini;
  4. Roberto Rinaldi.
Operatori luce:
  1. Vincenzo Augugliaro;
  2. Cesareo Mancini;
  3. Mauro Rosso;
  4. Cristian Soncina.
Assistenti di Superficie:  Alice Bertoldi
Equipaggio gommone 1:
  1. Alessandra Dottolo;
  2. Francesca Maestri;
  3. Franco Rovelli.
Equipaggio gommone 2:
  1. Franco Bonetti;
  2. Franco Bottelli.
Fotografi di superficie:
  1. Giovanni Fiocca;
  2. Simona Montini.
Ed è così che, in men che non si dica, siamo a sabato 17 gennaio 2009…..
Ci ritroviamo tutti per le 9.00 al porticciolo turistico di Bogliaco (BS): ha inizio la “DIANA EXPEDITION 2009”!!!!
Dopo i convenevoli di rito, e dopo aver invaso il porto con tutte le nostre attrezzature, Edoardo effettua il briefing.
Vengono suddivise le coppie e stabiliti i turni per le immersioni, definiti i compiti degli assistenti e ripassate le procedure di sicurezza.

E’ il momento di passare all’azione!
La giornata è fredda, molto fredda, ma nessuno pare farci caso: siamo tutti “carichi” e concentrati!
La tensione, comunque, è palpabile: sebbene abituati ad effettuare immersioni fonde, tutti sappiamo che questa non è come le altre….
Avremo gli occhi di tutti (autorità e Soprintendenza comprese) puntati addosso: non possiamo sbagliare nulla e niente deve essere lasciato al caso!
I controlli delle attrezzature personali ed i preparativi del pedagno e delle varie cime di emergenza con le bombole di circuito aperto procedono alacremente: grazie al briefing assai esauriente, tutti sanno esattamente cosa devono fare. Ci immergeremo tutti con rebreathers (Vision, Evolution Plus, Classic ed Ouroboros).
Ognuno di noi porterà con sé due bombole (dalla capienza minima di 10Lt ciascuna) contenenti trimix di fondo (10/70) e trimix intermedio (16/40). Una bombola di EAN50 ed una di ossigeno puro saranno posizionati dagli assistenti lungo una cima agganciata al pedagno rispettivamente a 22m ed a 6m.
Ulteriori bombole di EAN50  e di ossigeno puro possono essere calate, mediante una cima di emergenza munita di boa, direttamente dal gommone in caso di subacqueo risalito lontano dal pedagno.


Sui gommoni sono inoltre presenti kit per la somministrazione di ossigeno con mascherino sia a domanda sia a flusso continuo.
Solo Alice, per la rapidità e la snellezza di intervento richieste, si immergerà, qualora necessario, con un circuito aperto.
Tutto è pronto; si procede all’imbarco dei gommoni e si salpa!
Dopo 20 minuti di navigazione, in perfetto orario sulla tabella di marcia, alle 12.00 arriviamo al porto di Castelletto di Brenzone dove ci attende il Dott. Francesco Dossola della Soprintendenza del Veneto: nei due giorni della spedizione resterà su uno dei nostri gommoni così da controllare direttamente il nostro operato (non dimentichiamoci che il Diana è un relitto sottoposto a tutela archeologica).
Sul punto è già arrivato anche il potentissimo gommone della Guardia Costiera di Salò: i militari avranno gli importantissimi compiti di evacuare eventuali infortunati e di allontanare dal sito di immersione i “curiosi” (che, nonostante il freddo, le bandiere segnasub, il brutto tempo della domenica, non hanno mancato di materializzarsi addirittura scambiando il pallone bianco del nostro pedagno per una boa attorno alla quale effettuare virate… nemmeno ci fossimo trovati nel mezzo del campo gara di una regata velica!!!!).
Imbarcato il Dott. Dossola ed immesse nel GPS le coordinate geografiche forniteci, ci dirigiamo verso il presunto punto di immersione ma, ahimè, ben presto ci rendiamo conto che qualcosa non quadra: il fondale non ha la batimetria corretta e non siamo nel punto dove dovremmo essere….
Per fortuna Mauro aveva precedentemente scandagliato il luogo in cui giace il relitto e così, grazie alle sue indicazioni, in men che non si dica, ritorniamo sui nostri passi e cominciamo la ricerca.
E’ solo questione di pochi minuti che ecco materializzarsi sul monitor dell’ecoscandaglio un segnale: nessuno, però, sa se è quello del relitto….
Dopo un paio di traversi sul punto, decidiamo che quello potrebbe essere il punto giusto.
Incaricato del pedagnamento è Edoardo: ricevuto il comando da Mauro, ecco che viene lanciato fuori bordo il pedagno.
La cima bianca da 10mm di diametro, trascinata dai quasi 30Kg di zavorra, fila rapidissima verso il fondo…..
Tutti gli occhi sono ora fissati sulla fune che sembra non smettere mai di scorrere: ma ecco!
Finalmente si arresta!
Messa in tensione ed applicato il pallone bianco comincia la preparazione mia e di Roberto  Prestini, il mio compagno di immersione.
Saremo la prima coppia a scendere.
Il compito a me assegnato è quello di fissare sul pedagno una luce stroboscopica una decina di metri al di sopra del fondo, di collegare tramite un sagolino la cima di discesa al relitto e, se tutte queste operazioni sono state portate a termine e, soprattutto, se il relitto è stato ritrovato, di sparare in superficie un SMB (boetta di segnalazione lunga circa un metro) rosso.
Sarà questo segnale a dare il via alla preparazione della seconda coppia di subacquei (Edoardo e Cristian).

A distanza di 10/15 minuti seguiranno anche gli altri subacquei.
Roberto, nel frattempo, filmerà tutte le operazioni.
Dopo il pre-riscaldamento del filtro facciamo una capriola e siamo finalmente in acqua; ci scambiamo uno sguardo di intesa e giù, verso il fondo!
La discesa è sostenuta e dopo circa 3 minuti siamo alla profondità stabilita per fissare la luce stroboscopica: del relitto, a causa di uno strato di sospensione, non c’è ancora traccia…..
Proseguiamo la discesa.
Arrivati sul fondo, fortunatamente, ritorna la buona visibilità; fisso il sagolino al pedagno e mi dirigo verso un’ombra…..
Dopo pochi metri, eccolo lì!!! Di fronte a noi!!! Il tanto sospirato Diana!!!!!!!!!!!!
E’ il quarto minuto dall’inizio dell’immersione; attaccata la reel ad un bozzello e lanciato l’SMB, cominciamo l’esplorazione……
Cominciamo a riprendere dalla prua….. bellissima!
Perfettamente verticale, con le ancore tenute ai loro posti dal verricello ed il bompresso che si protende verso il nulla…. sembra debba ritornare a navigare a momenti!
A rendere ancora più appagante questa visione, una bottatrice fa capolino da sotto il bompresso! Che spettacolo!
Roberto ed io, grazie all’aiuto degli assistenti e degli altri subacquei, siamo rapidamente pronti.
Siamo felicissimi ma non dimentichiamo che siamo comunque ad una profondità elevata, nel bel mezzo del nulla (tutto intorno a noi una distesa di fango ed il nero più assoluto) ed abbiamo l’incarico di raccogliere quante più immagini possibili del relitto.

Ci dirigiamo verso poppa e, subito dopo le ancore (che sono una per lato), troviamo la targa di immatricolazione della barca (RIVA N 06) ancora perfettamente leggibile.
All’interno della stiva (che è ubicata a prua) è presente parte del carico (composto da pietre).
Subito dopo la stiva ci imbattiamo in uno dei due alberi che si innalza, massiccio, verso la superficie per almeno una quindicina di metri.
Proseguendo verso poppa si incontrano il cofano dei motori ed il boccaporto di accesso alla sala macchine, apertura decisamente troppo stretta per potervi entrare.
Oltre il cofano, ancora perfettamente eretto vi è il secondo albero.
Siamo ormai giunti a poppa; dopo aver “sorvolato” la barra del timone ed oltrepassato la struttura che teneva la scialuppa (non presente) ci lasciamo cadere verso il fondo.
Sulla falchetta di poppa ci soffermiamo per filmare il nome dell’imbarcazione, ancora perfettamente visibile, l’ancora di poppa ed il timone.
 
Il ponte è libero e nudo: non ci sono fronzoli inutili che avrebbero potuto intralciare le manovre di carico e scarico; ed è assai pulito, tanto da lasciar supporre che la zona sia battuta da intense correnti.
 
E’ incredibile constatare il perfetto stato di conservazione del relitto: lo scafo in metallo, gli alberi ed il ponte in legno sembrano non aver risentito minimamente dei quasi 77 anni trascorsi sul fondo del Garda!
E’ il ventesimo minuto; dobbiamo affrettarci per riguadagnare il pedagno e cominciare l’ascesa.
Durante la lunga risalita, agli intervalli determinati, incrociamo le altre due squadre mentre scendono per la loro immersione.
All’uscita dall’acqua la contentezza è al massimo!
Non siamo ancora risaliti sul gommone che già veniamo subissati di domande alle quali è stato un vero piacere rispondere!
Ora tocca a noi attendere che gli altri teamers portino a compimento la loro immersione: non è però pesante aspettare perché abbiamo così modo di ripensare e gustare l’evento al quale stiamo partecipando.
E’ quasi buio quando ritorniamo a Bogliaco: scaricati i gommoni e caricate le attrezzature sulle auto, ci dirigiamo verso il ristorante dove gusteremo una succulentissima cena a base di antipasti misti, polenta con formaggio fuso locale, spiedo di carne con polenta e burro fuso e fiumi di grappa e mirto!!
La giornata, però, non è ancora terminata: dopo cena ci dirigiamo alla sede del Nucleo Sommozzatori della Protezione Civile di Toscolano Maderno dove provvediamo a cambiare i filtri ai nostri rebreathers ed a rabboccare tutte le bombole.
E’ solo alle tre del mattino che, stravolti, riusciamo a toccare il letto….
Il mattino seguente la sveglia è alle 8.00; purtroppo il tempo è peggiorato: ora piove e c’è parecchio umido.
Le operazioni, non dovendo preparare il pedagno, procedono molto rapidamente.
In breve, recuperato il Dott. Dossola, siamo sul punto di immersione e siamo pronti per immergerci.
Anche oggi Roberto ed io scendiamo per primi (assieme a Cesareo); dobbiamo portare a termine dei compiti assegnatici dal Dott. Dossola.
Seguiranno tutti gli altri subacquei (che si immergeranno contemporaneamente).
Stavolta sappiamo cosa aspettarci quindi la discesa è ancora più rapida del giorno prima; vogliamo inoltre sfruttare al massimo tutto il tempo di fondo per effettuare ulteriori video riprese.
Anche oggi troviamo buona visibilità sul relitto ed assenza di corrente.
Le immersioni proseguono e terminano perfettamente.
Non ci resta che recuperare il pedagno e ritornare a Bogliaco.
Siamo stanchi ed infreddoliti ma siamo tutti estremamente felici per le giornate trascorse assieme, per l’unione che si è creata tra noi, per aver saputo lavorare in gruppo per il raggiungimento di un fine comune, per le cose che ciascuno di noi ha imparato, per la professionalità dimostrata e per l’ottimo lavoro compiuto.
Ora stiamo già pensando al prossimo obiettivo……..
I più sentiti ringraziamenti, oltre a tutte le persone che hanno fornito assistenza e supporto, vanno a:
     
  1. il Ministero per i Beni e le      Attività Culturali;
  2.  
  3. la Soprintendenza per i beni      archeologici del Veneto;
  4.  
  5. il Dott. Luigi Fozzati,      attuale Soprintendente per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia;
  6.  
  7. il Dott. Umberto Spigo,      Soprintendente ad interim per i beni archeologici del Veneto;
  8.  
  9. la Dott.ssa Brunella Bruno,      funzionario archeologo competente per il territorio veneto;
  10.  
  11. il Dott. Francesco Dossola,      assistente tecnico scientifico della Soprintendenza per i beni      archeologici del Veneto (nucleo operativo di Venezia);
  12.  
  13. la Guardia Costiera di Salò;
  14.  
  15. il GardasubDiving (Barbarano –      BS);
  16.  
  17. il Nucleo Sommozzatori della      Protezione Civile di Toscolano Maderno (BS).
Grazie a tutti di tutto!
Fabio Moneta
Monza, lì 25/01/2009
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